Teatro Area Nord, Napoli, Martedì 20 Marzo, 2012

La cena delle ceneri al Teatro Area Nord di Napoli

da Giordano Bruno
drammaturgia Amedeo Messina

con Lello Serao, Alessia Sirano, Stefano Jotti, Antonio Franco, Raissa Brighi

regia Lello Serao

Libera Scena Ensemble

Giordano Bruno, filosofo che visse tra il Rinascimento e la Modernità, nacque a Nola nel 1548 e studiò a Napoli, ove fu frate domenicano fino a quando gettò, nel 1576, la tonaca alle ortiche.

Scomunicato ben tre volte, dai calvinisti, dai luterani e dai cattolici, fu quasi sempre profugo, sostando per periodi più o meno lunghi in città come Genova, Torino, Ginevra, Tolosa, Parigi, Londra, Praga, Francoforte. Infine nel 1592 fu imprigionato a Venezia e poi da lì estradato a Roma, nel 1597.

Qui subì un processo ad opera del “Santo Uffizio” che lo condannò a morire arso sul rogo in Campo dei Fiori, all’alba del 17 febbraio 1600, come “eretico ostinato, impenitente e pertinace”.
Solo il 4 febbraio 2000 il Papa Giovanni Paolo II, tramite il cardinale Angelo Sodano, segretario dello Stato Vaticano, ha espresso un suo giudizio per il quale quel verdetto “in conformità al diritto dell’epoca, fu inevitabilmente foriero di una morte atroce”. E concludeva esprimendo “profondo rammarico per un triste episodio della storia cristiana”.

Pubblicata in Inghilterra nel 1584, l’opera riflette lo scontro avuto da Giordano Bruno con degli aristotelici di Oxford a proposito della teoria copernicana, da questi considerata “magica” e da Bruno difesa con forza.

Il testo fa riferimento ad una cena, forse realmente avvenuta a Londra la sera delle Ceneri del 1584, a casa di Fulke Greville, scrittore e uomo politico, che aveva invitato Bruno a esporre la sue considerazioni sull’eliocentrismo.

In questa messa in scena de La cena delle ceneri incontriamo Bruno a Londra nel 1584 come l’uomo che volle abbattere le mura nelle quali Aristotele, Tolomeo e le religioni rinchiudevano la Terra, come luogo di ogni imperfezione nei confronti delle stelle, e l’uomo stesso in quanto suscettibile di nascita e di morte.

Criticando il medesimo Copernico, il filosofo nolano viene incontro a noi come colui che disegnò la fabbrica dei cieli e l’infinità della natura, per cui non esiste una genesi, ma continue fluttuazioni di materia, da cui si originano mondi differenti e inconoscibili tra loro.

Egli morirà nel rogo per non accettare che la materia sia subordinata alla divina trascendenza. Al posto dell’arcaico universo chiuso, Bruno offre ancora oggi la visione di un infinito multiverso, dove centro e periferia sono la stessa cosa ed ogni evento, ogni essere vivente, se guardato mediante gli occhi dello spirito, si mostra come il volto possibile di Dio.
Amedeo Messina

Inizio Spettacoli ore 9:00, ore 10:30

 

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