Teatro D’Europa, Cesinali (AV), sabato 27 settembre 2020
Rassegna
A una sola voce
L’urlo del Teatro Irpino
Un Buffo riadattamento di tre Misteri
spettacolo teatrale liberamente tratto da “Mistero Buffo” di Dario Fo
di e con Nicola Mariconda
Acquisto biglietti www.liveticket.it/teatrodeuropa
Con liveticket i possessori del BONUS CULTURA, possono acquistare i biglietti scegliendo la tariffa riservata 18app, occorre entrare nel singolo evento e scegliere la tariffa dedicata.
Questo progetto nasce due anni fa, ideato e realizzato dall’attore campano Nicola Mariconda, che rielabora e riscrive, servendosi di altri dialetti, tre testi tratti da “Mistero Buffo” di Dario Fo, tre Giullarate:
La Nascita Del Giullare
Il Cieco e lo Storpio
Il Primo Miracolo di Gesù Bambino
«Mistero» è il termine usato già nel II, III secolo dopo Cristo per indicare uno spettacolo, una rappresentazione sacra. Ancora oggi, durante la messa, sentiamo il sacerdote che declama: «Nel primo mistero glorioso… nel secondo mistero…», e via dicendo. Mistero sta dunque per: rappresentazione sacra; Mistero Buffo vuol dire: spettacolo grottesco.
Chi ha inventato il Mistero Buffo è stato il popolo.
Fin dai primi secoli dopo Cristo il popolo si divertiva, e non era solo un divertimento, a muovere, a giocare, come si diceva, spettacoli in forma ironico-grottesca, proprio perché per il popolo, il teatro, specie il teatro grottesco, è sempre stato il mezzo primo d’espressione, di comunicazione, ma anche di provocazione e di agitazione delle idee. Il teatro era il giornale parlato e drammatizzato del popolo. Ma come chiarisce Dario Fo il giullare, cioè l’attore comico popolare del Medioevo non si buttava a sbeffeggiare la religione, Dio e i santi ma aveva l’intento di denunciare in chiave comica le manovre furbesche di coloro che, approfittando della religione e del sacro, si facevano gli affari propri.
Il “Buffo riadattamento di tre Misteri” ritrova il filone narrativo/teatrale che Dario Fo ha lanciato negli anni ’60; Nicola Mariconda attraverso una danza grottesca di bizzarri personaggi, con voci e suoni di dialetti vicini e lontani, riprende i temi centrali dell’opera: la presa di coscienza dell’esistenza di una cultura popolare, la condanna diretta dell’abuso di potere ed il riconoscimento della dignità del lavoratore e dell’essere umano.
Argomenti che prendono vita in una particolare situazione sociale e politica come quella degli anni ’60 e che nella condizione attuale tornano con urgenza e rinnovata veemenza.
“Impara a ridere! A tramutare anche il terrore in risata… Fa che tutti sbottino in gran risate…così che ridendo ogni paura si sciolga!”
Teatro D’Europa
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