Chiostro di Sant’Antonio, Taranto, lunedì 25 e martedì 26 settembre 2017

"Il barbiere di Siviglia" Giovanni Paisiello Festival al Chiostro di Sant'Antonio a Taranto

Il barbiere di Siviglia
ovvero
La precauzione inutile

 

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opera lirica di Giovanni Paisiello
tratto dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
prima rappresentazione: 15 settembre 1782 al Teatro dell’Ermitage, San Pietroburgo
presso la corte imperiale russa di Caterina la Grande

Il Conte d’Almaviva, sotto il nome di Lindoro (tenore) Néstor Losàn
Rosina, amante di Lindoro (soprano) Graziana Palazzo
Don Bartolo, tutore di Rosina (basso) Luca Simonetti
Figaro, barbiere di Siviglia (baritono) Gabriele Nani
Don Basilio, organista che insegna la musica, amico e confidente di Don Bartolo (basso) Luca Vianello
Lo Svegliato – Un Notaro (basso) Gabriele Faccialà
Il Giovinetto – Un Alcade (tenore) Maurizio De Valerio

regia Gianmaria Aliverta
costumi Sara Marcucci

Assistente alla regia Vittorio Dante Ceragioli

Orchestra da camera del “Giovanni Paisiello Festival”
direttore Fabio Maggio

Atto primo
In una strada di Siviglia, il conte d’Almaviva attende impaziente di scorgere alla finestra Rosina, la ragazza di cui si è innamorato e che è gelosamente custodita (quasi imprigionata) nella casa del suo tutore Bartolo. Sopraggiunge, componendo una canzone alla chitarra, Figaro, vecchia conoscenza del conte, che prende a narrare al suo ex-padrone i viaggi e le peripezie della propria vita di espedienti; quand’ecco aprirsi la finestra di Bartolo e apparire la ragazza, felice per un attimo di poter respirare un pò d’aria di libertà (“Lode al ciel, che alfine aperse”). Scoperta dal tutore, Rosina lascia cadere per strada la lettera che teneva in mano: prontamente raccolta dal conte con un balzo, il povero Bartolo si affanna a cercarla goffamente, prima di ordinare alla ragazza di rientrare in casa.
A finestra chiusa il conte può leggere il messaggio di Rosina, che gli chiede di farsi riconoscere con una canzone, eludendo così la sorveglianza del tutore. Figaro intanto gli rivela che la ragazza non è la moglie, ma solo la pupilla di Bartolo, e imbastisce un piano d’azione: il conte potrà entrare in casa travestito da soldato e fingendosi ubriaco. Appreso da una battuta di Bartolo del suo progetto di sposare Rosina il giorno dopo, il conte decide di dichiararsi subito alla ragazza, pur sotto il finto nome di Lindoro, cantando una canzone alla chitarra (“Saper bramate”). Si accorda quindi con Figaro: lo aiuterà, venendone ben ricompensato.

Atto secondo
Figaro fa visita a Rosina per rivelarle l’amore del suo “parente” Lindoro, per il quale la ragazza ha pronta una lettera. Al suo ritorno Bartolo cerca di carpire notizie sulla visita appena avvenuta, ma non riesce a cavar nulla dalla conversazione demenziale con i suoi due servi, che Figaro ha opportunamente neutralizzato usando sonnifero e polvere per starnutire (terzetto “Ma dov’eri tu, stordito”). A preoccupare ulteriormente Bartolo giunge l’amico Don Basilio, con la notizia che il conte, già noto a Madrid per la sua passione per Rosina, è arrivato a Siviglia; l’unico modo per fermare i piani di un uomo così potente, suggerisce Don Basilio, è rovinarne la reputazione (“La calunnia, mio signore”). Figaro torna da Rosina, per avvertirla dei progetti di Bartolo su di lei; questi intanto ha scoperto le prove inequivocabili della lettera scritta dalla ragazza e, furibondo, minaccia di non farla uscire più di casa (“Veramente ho torto, è vero”). Alla fine arriva il conte, travestito da soldato, annunciando a Bartolo l’ordine di alloggiarlo a casa sua, nonostante le reiterate proteste del tutore. Nella confusione provocata da una finta battaglia Lindoro riesce a passare una lettera a Rosina; a nulla valgono i tentativi di Bartolo di conoscerne il contenuto: ingannato da uno scambio di biglietti, il tutore deve chiederle scusa, mentre la ragazza lamenta l’angoscia della sua prigionia (“Giusto ciel, che conoscete”).

"Il barbiere di Siviglia" Giovanni Paisiello Festival al Chiostro di Sant'Antonio a Taranto

Atto terzo
Bartolo riceve un’altra importuna visita dal conte, questa volta nei panni di un maestro di musica allievo di Don Basilio, momentaneamente ammalato (“Oh che umor! Ohimé che umore!”). Di fronte ai dubbi di Bartolo, l’impostore lo distrae mostrandogli la lettera di Rosina per il conte: viene così accettato come maestro e può dar lezione di canto alla ragazza (“Già riede primavera”). Quando, grazie all’arrivo di Figaro, i due amanti possono parlarsi finalmente in pace, giunge Don Basilio a rovinare tutto. Dopo molto discutere, e con una buona borsa di denaro, i tre complici riescono a sbarazzarsene, e Figaro pensa di distrarre Bartolo facendogli la barba: invano, visto che il medico riuscirà ugualmente a scoprire, dietro al finto maestro di musica, l’amante di Rosina (quintetto “Don Basilio!”).

Atto quarto
Al termine di un temporale, Bartolo rivela a Rosina di essere in possesso della sua lettera d’amore: è chiaro che il maestro di musica era un emissario del conte, alle cui voglie il suo amante Lindoro l’avrebbe ceduta. La ragazza, sconvolta da questa ricostruzione dei fatti, decide di sposare per disperazione Bartolo. Quando, rimasta sola, viene raggiunta da Figaro e dal conte, pronti a farla fuggire dalla finestra, li apostrofa duramente, ma scopre subito con gioia chi è veramente il suo amato (duetto “Cara, sei tu il mio bene”). La scala appoggiata alla finestra è stata però rubata e i nostri sono intrappolati in casa. Nessuna paura: all’arrivo del notaio e di Don Basilio, mandati da Bartolo per celebrare il suo matrimonio, un’altra bustarella riuscirà a corrompere l’avido maestro di musica, perché testimoni alle nozze tra il conte e Rosina. Messo davanti al fatto compiuto, Bartolo non potrà che sottoscrivere l’avvenuto matrimonio.

Lunedì 25 e martedì 26 settembre 2017, ore 21.00

Giovanni Paisiello Festival a Taranto

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Taranto
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Chiostro di Sant’Antonio
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