Teatro Palladium, Roma, da giovedì 3 a domenica 6 maggio 2018

Persone naturali e strafottenti al Teatro Palladium a Roma
Persone naturali e strafottenti

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di Giuseppe Patroni Griffi
con Marisa Laurito – Giovanni Anzaldo – Simone Leonardi – Federico Lima Roque
Una produzione Altra Scena Art Management & Sycamore T Company
Foto Luana Belli
Video David Melani
Disegno luci Daniele Manenti
Scene e costumi Giulio VillaggioAlessandra De Angelis
Ufficio stampa Rocchina Ceglia
Distribuzione & Promozione Altra Scena Art Management
Regia Giancarlo Nicoletti

Persone naturali e strafottenti è il testo più “scandaloso” e fra quelli di maggiore successo di Giuseppe Patroni Griffi, rappresentato per la prima volta nel 1973, con protagonisti Mariano Rigillo, Gabriele Lavia e Pupella Maggio: un testo crudo, poetico e visionario, fra il grottesco, il cinico e il surreale. Il lavoro è prodotto da Altra Scena Art Management e Sycamore T Company, per la regia di Giancarlo Nicoletti, regista e autore pluripremiato, fra le rivelazioni delle ultime stagioni, che ha già firmato la regia dello spettacolo in un’anteprima a Maggio 2016 al Teatro Vittoria, riscuotendo notevoli consensi di pubblico e critica. Nel cast dei protagonisti di questa nuova edizione Marisa Laurito, che ha accettato la sfida di dare voce e corpo al ruolo che fu creato da Pupella Maggio, Giovanni Anzaldo, Premio Ubu come miglior attore under 30 e recentemente protagonista del nuovo film di Giovanni Veronesi Non è un paese per giovani, Simone Leonardi, performer pluripremiato per i ruoli en travesti in Priscilla, la regina del deserto, L’Ispettore Coliandro e Battuage, e Federico Lima Roque, attore italiano originario di Capo Verde, fra i protagonisti della fiction Tutto può succedere.

Sinossi:
Quattro solitudini, un appartamento e una notte di Capodanno a Napoli. Donna Violante, la padrona, ex serva in un bordello, discute e litiga con Mariacallàs, un travestito, in bilico fra rassegnazione, ironia, squallore e cattiveria. E ancora, Fred e Byron che sono alla ricerca dell’ebbrezza di una notte: l’uno, uno studente omosessuale alla ricerca di una vita libera dalle paure, l’altro, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le umiliazioni subite. Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali. Persone naturali e strafottenti

Note di regia:
C’è, in questo testo del 1973 di Patroni Griffi, un sottobosco di attualità così tangibile e una poetica di fondo così lucida e disincantata, da farne a tutti gli effetti un testo ancora fortemente contemporaneo, e perciò di teatro necessario. Emarginazione, violenza, distanze socio-culturali, violenza sessuale e psicologica, la ricerca continua di un altro che non esiste: la straordinaria drammaturgia di Patroni Griffi è cruda e ironica, scandalosa e poetica, verbosa e visionaria. Ne viene fuori una tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio – poetico, che fra cinismi, grettezze e turpiloqui ci restituisce uno squarcio di vita di una generazione senza futuro, un affresco animato da personaggi borderline che appaiono come noi vogliamo vederli: cinici, superficiali, amorali. In realtà si tratta di creature inquiete, sole che soffrono inconsapevolmente la loro condizione nella perenne ricerca di una possibile felicità. E la cercano dando libero sfogo alle pulsioni sessuali e alla loro mercificazione. Da questo sudore di corpi costretti coattivamente alla ricerca della propria felicità o del proprio illusorio, riscatto, entro le mura di uno spazio vitale / non vitale, che ogni pagina del testo sprigiona chiaramente, l’intuizione di farne uno spettacolo concreto, dal gusto e sapore quasi cinematografico, che si serva della realtà per declinarla in astrazione, in un’esperienza di teatro diretto, e non filtrato dalla convenzionalità rappresentativa, con il fine ultimo di mettersi accanto all’autore, e non davanti, in un rapporto di dialettica e relazione. Per tradurre, declinandola nel contemporaneo, una drammaturgia così sofisticata e imponente, e troppo spesso sottovalutata.

Da giovedì 3 a sabato 6 maggio 2018, ore 21.00
Domenica 6 maggio 2018, ore 18.00

Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano,8
00154 Roma
Tel. +39.327.2463456
teatropalladium.uniroma3.it

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