Castello Normanno-Svevo, Vibo Valentia, sabato 24 agosto, 2013
Goldenart Production
Michele Placido
In
“amor ch’a nullo amato …amar perdona”
Una serata dedicata all’amore
Produzione originale per Magna Graecia Teatro Festival 2013
L’attore, che ha esordito negli anni Settanta in teatro grazie a Luca Ronconi, per essere poi consacrato nel cinema sotto la guida dei più grandi (Monicelli, Comencini Patroni Griffi, Bellocchio, Lizzani), interpreterà le più belle poesie d’amore di tutti i tempi (da Omero a Eschilo a Salomone, da Saffo e Catullo a Dante e San Francesco, fino a Leopardi, D’Annunzio e Montale).
La suadente e calda voce di Michele Placido sarà accompagnata da tre musicisti, due ballerini e da una cantante, con i quali l’artista percorrerà un viaggio nel tempo e nella letteratura.
Inizio spettacolo ore 21:15
www.magnagreciateatrofestival.it
Info
Ingresso Unico: € 5,00
Prevendita: nei giorni di spettacolo presso Il Castello Normanno dalle ore 18,30 in poi – info Biglietteria 3661726414
Il Comune di Vibo Valentia per il Magna Graecia Teatro Festival utilizza il Sistema di Biglietteria liveticket.
Info su www.liveticket.it – biglietteria per teatro
Vibo Valentia – Castello Normanno-Svevo
Nel 1070, Ruggero il Normanno fece costruire una torre in posizione strategica per il controllo del territorio. In questo periodo cominciò a formarsi il borgo che in età sveva è conosciuto col nome “borgo nuovo” e che rappresenta il nucleo primitivo della città medievale.
Gli Svevi, succeduti ai Normanni con Federico II, diedero nuovo impulso ai lavori di fortificazione, aggiungendo altre strutture all’edificio che cominciò così ad assumere l’aspetto del Castello. Alla fine del XIII secolo, sotto gli Angioini, fu rafforzato il sistema difensivo. A questo periodo è da ricondurre la costruzione di una cisterna e della chiesa intitolata a S. Michele, di cui restano visibili i ruderi dell’abside.
Ulteriori rifacimenti furono apportati all’edificio in età aragonese e sotto il dominio dei Pignatelli, nel XVI secolo; di questo casato resta lo stemma sul portone dell’ingresso centrale. Sottoposto a varie campagne di restauro, l’edificio, ora di proprietà dello Stato, ospita il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”.