Sede di Comunità Giovanile, Busto Arsizio, 17 Novembre 2011

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Giovedì 17 novembre, alle ore 21.00, presso la sede di Comunità Giovanile, si inaugura il ciclo di appuntamenti Uomini daltri tempi, uomini dogni tempo con l’incontro su Adriano OLIVETTI.

In tempi di crisi come quelli contemporanei, Comunit Giovanile ritiene doveroso promuovere le figure di personaggi del recente passato che seppero fare del bene comune la propria cifra esistenziale.
Intervengono Marco Peroni (sceneggiatore del fumetto Adriano Olivetti, Un secolo troppo presto) e Augusto Grandi (giornalista de Il Sole 24 ore). Lincontro sar preceduto alle ore 19e30 da una cena (prenotazione entro mercoledì 16 novembre al 348 0929599 o a live@comunitagiovanile.com – bevande incluse, 10).

A mezzo secolo di distanza si ricorda la straordinaria esperienza industriale culturale sociale politica, a partire dalla poliedrica vicenda umana e intellettuale del suo principale ispiratore e animatore.

“Il termine utopia  la maniera pi comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacit, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cio qualcosa di infinitamente pi grande” – Adriano Olivetti

Industriale di fama internazionale, intellettuale, politico, riformatore, urbanista ed editore, Adriano Olivetti fu questo e molto altro ancora. C stato un momento a met degli anni Sessanta, in cui unazienda italiana ebbe loccasione di guidare la rivoluzione informatica, dieci anni prima della Silicon Valley dei ragazzi Steve Jobs e Bill Gates. Una rivoluzione tecnologica che aveva le sue radici in una rivoluzione culturale e sociale, in un modello industriale pensato al di l di socialismo e capitalismo, che il suo promotore aveva cominciato a sperimentare. La Olivetti fu una multinazionale atipica, con un forte radicamento territoriale, caratterizzata da politiche sociali avveniristiche, formazione permanente e attivit culturali di respiro internazionale, che furono il segreto del suo successo commerciale e non la conseguenza filantropica o mecenatistica dei suoi profitti. Come nacque tale modello imprenditoriale? In cosa consisteva il suo stile gestionale, pensato allinsegna della socializzazione della conoscenza e della responsabilit sociale dellimpresa, che promuoveva un modello di societ pi giusta e pi libera e che condusse alle soglie della pi grande occasione industriale che l’Italia abbia mai avuto?

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