Teatro Ambra alla Garbatella Roma, da sabato 17 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio

La buona novella al Teatro Ambra Garbatella di Roma

La buona novella
anno hominum 2016
il musical
Tour 2016-2017

con
Federica Biondo, Sara El Debuçh,  Flavio Ciancio, Giuseppe Di Pilla, Chiara Maria Friselli, Chiara Maione, Ermanno Manzetti, Cristiano Mori, Virginia Morrea, Marta Ricci

Acquisto biglietti online www.liveticket.it/ambragarbatella

Scritto e diretto da: Valter Casini
Canzoni: Fabrizio De André
Arrangiamenti e brani strumentali: PFM
Dialoghi: Valter Casini e Martina Cesaretti
Coreografie: Cristina Belletti
Arrangiamento vocale: Giuseppe Di Pilla, Chiara Maria Friselli, Marta Ricci
Luci: Fabio Petocchi
Suono: Andrea Tomassini
Prodotto da: Anna Biancardi per Teatro Ambra
Marketing: Emanuela Andriolo per MC

Siamo in Giordania, nell’anno hominum 2016. La guerra, la fame, la violenza, l’assenza di speranza e “l’infanzia di Maria” vengono raccontate con gli occhi e le voci delle donne giordane e siriane.
Fra di esse c’è, appunto, una giovane orfana siriana, Maria, finita nel giro della compravendita delle donne. In un mercato della periferia di Amman viene comprata da un falegname impietosito dalla sua giovane età e dal suo sguardo smarrito con l’intento di adottarla e salvarla. Maria entra nella famiglia di Giuseppe, accolta con amore anche dai figli di lui, Aida e Omar. Durante un’assenza di Giuseppe, un amico di Omar e Aida, di passaggio ad Amman, ospite nella loro casa, stupra di notte Maria che resta incinta.

Al “ritorno di Giuseppe” la famiglia non riesce a reggere l’urto delle violenze e della mancanza di sostentamento e Maria, stordita e confusa, vive “il sogno di Maria”. La famiglia decide quindi di intraprendere il viaggio verso l’Europa alla ricerca di pace e lavoro.
Durante il viaggio su un barcone, convivono con altri disperati l’apocalisse fatta di violenze da parte degli scafisti, assistendo a scene terribili di vecchi gettati in mare per alleggerire il peso a bordo. Giuseppe, nel tentativo di contrastare l’ira di uno scafista, viene gettato in mare e nulla possono i figli per salvarlo. Il viaggio della disperazione prosegue fino alle coste italiane. Poco prima di arrivare a Lampedusa Maria, sul barcone, assistita dai fratelli acquisiti e da un’ostetrica cristiana, partorisce una bellissima bambina. Prendendo spunto dalla religione professata dall’ostetrica, Maria decide di chiamarla Gesù.

Maria diviene così la catena che lega dolore, speranza, terra e incapacità dell’uomo di trovare soluzioni. A lei viene dedicata un’“Ave Maria”.
Arrivati in Italia, i tre ragazzi e la bambina percorrono i rigidi binari della moderna “via della croce”; a Roma, dove si stabilisce la famiglia, Aida e Maria fanno lavori umili e malpagati, Omar si reca ogni mattina alle 5 nei luoghi di appuntamento dove i caporali dell’edilizia reclutano giornalmente manovali, la giovane Gesù va in Puglia a raccogliere pomodori per due euro l’ora.
China sui campi, convivendo con migliaia di braccianti sfruttati di ogni nazionalità, immersa nella moderna schiavitù, Maria – assieme a due amici conosciuti nei capannoni dormitorio – decide di tornare a Roma per mettere a segno un colpo per finanziare la fuga dall’Italia verso il Nord Europa, ulteriore miraggio in cui credere.
Invano Maria cerca di trovare un lavoro umano a Gesù, pietendolo in una fabbrica: è “Maria nella bottega di un falegname”.

La giovane Gesù, Dimaco e Tito tentano un furto in una villa nella zona residenziale dell’Olgiata, ma vengono arrestati dalla Polizia. Durante la cattura, Tito muore in circostanze misteriose.
Gesù e Tito, dopo aver condiviso il dolore delle “tre madri,” della sorella di Maria Aida e della moglie di Dimaco, vengono processati in tribunale.
Durante il processo, il pubblico ministero fa una requisitoria politica sul degrado e sulla violenza di cui gli immigrati sono portatori mentre il Giudice emette la sentenza. Chiamata a fare la sua dichiarazione, Gesù, in arabo e in italiano, emette la sua requisitoria, in cui accomuna i cittadini italiani e gli immigrati, vittime entrambi di una politica incapace di integrare e unire, ma solo di dividere e generare una guerra fra disperati.
Tito prima di morire lascia il suo testamento, rivelando agli spettatori l’attualità dei dieci comandamenti nel “testamento di Tito”

Orari spettacolo:
da domenica 18 dicembre a sabato 7 gennaio ore 21.00
domenica 17 dicembre e 8 gennaio ore 17.00

Teatro Ambra alla Garbatella
Piazza Giovanni da Triora 15
Roma
www.teatroambra.it

Il Teatro Ambra alla Garbatella a Roma utilizza il Sistema di Biglietteria Liveticket.
Info su www.liveticket.it – biglietteria per teatro

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